France - Italie

Giuseppe Meazza e  Étienne Mattler
12 giugno 1938, Stade olympique Yves-du-Manoir, Colombes
Coppa Rimet - quarti di finale
Tabellino |  Video [13:25] | Altro [1:46]


Dopo aver debuttato a Marsiglia negli ottavi contro una Norvegia assai rognosa [vedi], l'Italia sale a Parigi per i quarti contro i padroni di casa. Il clima è più fresco e aiuta i giocatori in campo. A Marsiglia invece il caldo e gli spettatori avevano reso molto faticoso il debutto azzurro: i francesi temevano che gli italiani passassero il turno, e i fuorusciti antifascisti "fischiavano e ingiuriavano alla più bella", come narra Gianni Brera. Si era dovuti andare ai supplementari, mercé alcuni miracoli di Aldo Olivieri: la stella emergente di Silvio Piola aveva poi risolto la questione.

In reazione ai fischi del Midi, l'Italia scese in campo al Colombes in un'inequivocabile tenuta nera, accompagnata, sia là che qua, da un bel saluto romano, tanto per far capire che i campioni del mondo non temevano alcuna intimidazione. A sbloccare i ragazzi pare fosse stata una visita defatigante a una Maison Tellier, dove alcune "volenterose bimbe" avevano fatto sfogare gli umori repressi dei nostri prodi. Sempre Brera ci informa che il CT Pozzo acconsentì solo a patto che non vi fossero "concessioni al vizio": "atto naturale" fu la promessa di capitan Meazza.

Nel frattempo Monsù Poss meditò qualche sostituzione tra i titolari: tra gli altri mise fuori uno dei mammasantissima del '34, il non più giovane Monzeglio, che se la prese, ovvio, pare anche alzando la cornetta in direzione di Palazzo Venezia, dove giocava abitualmente a tennis con i figli del duce. La nuova formazione si rivelò azzeccata. La squadra giocò benissimo, all'altezza del suo blasone, spegnendo anche i timori che l'arbitro - una vecchia conoscenza, il belga Louis Baert, che quattro anni prima, a Firenze, aveva fischiato a una direzione contro la Spagna [vedi] - riproponesse la sua vocazione casalinga.

Meazza, ormai stabilmente arretrato a regista, diresse l'orchestra dal primo minuto: al 9° aprì sulla sinistra per una delle tipiche stangate di Gino Colaussi, che uccellò Laurent Di Lorto, e poi guidò nella ripresa alla vittoria: che arrivò grazie a "due prepotenti gollastroni" di Piola. Le immagini di cui ormai disponiamo sono quello che sono, ma lasciano intendere la bontà del gioco. Ci congediamo con le parole del Gioann: "Il gioco degli italiani è tale che anche gli antifascisti si uniscono agli applausi dei francesi. Dico, un giulebbe".

Vedi anche Simon Martin, Mussolini's blackshirts' 1938 win ("The Guardian")