Inghilterra - Camerun

La gioia illusoria provocata da Eugéne Ekéké
1 luglio 1990, Stadio San Paolo, Napoli
Campionato del mondo - quarti di finale
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"We could have been a bit more cynical. At 2-1, with seven minutes to go we could have killed the game completely. Instead we tried to keep performing, please the crowd, please the viewers". Aveva ragione Roger Milla: gettarono al vento la partita per inesperienza, per piacersi e compiacere, piacere e autocompiacersi, spinti dal genuino entusiasmo di una notte napoletana, quasi storditi dalla propria dimostrazione di forza. Risaliti dallo svantaggio in pochi minuti, lasciarono poi scorrere verso Lineker due soli palloni, inermi prede abbandonate all'appuntamento col predatore. Lineker accettò di buon grado una falciata sul primo, e sul secondo simulò l'irregolarità dell'impatto portato da Thomas N'Kono. Due penalties - quello decisivo nell'extra-time -, e il vascello inglese superava le colonne d'Ercole dei quarti di finale, un confine varcato solo ai tempi del mondiale giocato negli stadi della regina. Appesantita nelle gambe ma fortificata dall'entusiasmo, la ciurma si spostava verso nord. Verso Torino, dove ancora molto fresco era il ricordo dell'Heysel. Mogli e sorelle di uomini morti a Bruxelles avevano sino all'ultimo e inutilmente sperato di non vedere hooligans in via Po e sotto la Mole.

Di diverso parere era Beckenbauer, comandante in capo dell'armata tedesca: "sono veramente felice che il nostro avversario di Torino sia l'Inghilterra. Col Camerun avremmo avuto un sacco di problemi!" [La Repubblica, 3 luglio 1990]. Intanto i prodi leoni in maglia verde erano tornati in Africa, accolti come eroi e con generose largizioni di quattrini. Avevano perso, ma rappresentarono l'unico vero ingrediente di gioiosa novità nel mundial italiano, festival di sprechi e corruzione, ingrigito dalla bruttezza di tante partite e reso per sempre triste dai fischi di Roma all'inno nazionale argentino prima del calcio d'inizio della finale. Furono soprattutto gli africani a rallegrare qualche serata; si disse che il futuro del calcio era nelle loro mani, e nei piedi di nuovi grandi campioni africani. Un futuro che tuttavia pare, ancora oggi, molto lontano.

Vedi anche FIFA Classic Football Matches