Italy - Croatia

Buffon appare quasi stupito,
ma è tutto vero: Olic sta pareggiando
8 giugno 2002, Kashima Soccer Stadium, Ibaraki
Campionato del mondo - fase a gironi (gruppo G)
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Alla vigilia della seconda partita del Mondiale 2002 Trapattoni annunciò che avrebbe giocato con due punte, Vieri e Inzaghi, più Totti. Al fischio d'inizio, invece, partirono titolari gli stessi XI della partita d'esordio con l'Ecuador, col solo Zanetti al posto dell'acciaccato Di Biagio.

Gianni Mura rammenta che "si vede quasi subito che è un'Italia rattrappita e lo è per due motivi: Doni non fa il Doni e Totti non fa il Totti. Jozic gli incolla addosso Tomas, Totti arretra per levarselo di torno ma quello lo segue. Risultato: Vieri è troppo solo, Totti è soffocato. Si vede, in avvio del secondo tempo, che Vieri è in forma mondiale. Segna un bellissimo gol di testa che viene annullato per fuorigioco inesistente (e si becca pure un cartellino giallo per proteste), ne segna un altro pure bello, e convalidato. Ma i rifornimenti sono scarsi, qualche cross di Panucci, qualche cross di Zambrotta, tra i pochi a non perdere la testa davanti all'incalzare dei croati".

Passati in vantaggio gli azzurri si rilassano e beccano due reti perché la Croazia gioca bene, con grinta. Finale convulso con palo di Totti su punizione, poi Materazzi (subentrato a Nesta, infortunato) effettua un lancio lungo dalle retrovie che si infila in rete lisciato da tutti: ma l'arbitro inglese Graham Poll annulla perché vede Inzaghi trattenere Simic. Finisce che perdiamo: "All'entusiasmo eccessivo rischia di subentrare un eccessivo pessimismo. Trapattoni deve decidersi per le due punte più Totti, ma penso che sia alle prese con problemi che non può spifferare in pubblico. In Asia s'è portato giocatori discussi e discutibili (visto Materazzi, nostalgia di Ferrara: ma che fine ha fatto Iuliano?), altri pieni di volontà ma col serbatoio quasi a secco (Zanetti), altri che forse non "vede" (da Coco a Montella). Ma allora perché li ha convocati? Della qualità del centrocampo s'è già detto ampiamente: basta che manchi Di Biagio, che non è Suarez, ed è buio pesto. Accusato di essere catenacciaro, il Trap è di fronte a un muro: rinuncia a una punta, va in vantaggio, non lo sa difendere e becca due gol in contropiede (il primo, fulminante). Qualcosa non quadra".