La fine dell'età dell'innocenza calcistica

Carlos Alberto ha appena sigillato
l'azione corale del Brasile
Schegge
Il più bel gol della storia dei Mondiali
21 giugno 1970, Estadio Azteca, Ciudad de México
Coppa Rimet - finale
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Nella finalissima della Coppa Rimet messicana tra Brasile e Italia, fu segnato quello che viene considerato da molti come il più bel gol della storia dei Mondiali. I meno giovani ricordano ancora come, all'86° e ormai sul 3:1 per la Seleçao, al limite dell'area azzurra Pelé indirizzò il pallone verso uno spazio vuoto dell'inquadratura televisiva, ingannando molti per una frazione di secondo, come se avesse sbagliato passaggio: nella frazione successiva irruppe una saetta gialla. Così descrive quel gol Garry Jenkins [vedi]: "Carlos Alberto stava arrivando in corsa, con la traiettoria intimidatoria di un siluro. Vedendolo arrivare, Pelé si volta senza fretta e appoggia il pallone verso di lui con la rilassata precisione di un giocatore di bocce. Senza bisogno di deviare, controllare o regolare il suo passo, Carlos Alberto colpisce il pallone di destro, indirizzandolo basso verso il palo destro della porta custodita da Albertosi". L'azione, in realtà era stata corale.

Così la descrive Jonathan Wilson [vedi]: "It began with Clodoaldo and his unlikely dribble inside his own half, the thoughtless backheel that, forty-nine minutes earlier, had presented an equaliser to Italy apparently banished from his mind. He fed Jairzinho, now appearing on the left. As Giacinto Facchetti checked his run, the winger turned infield and laid the ball on to Pelé. He waited, and with the same languid precision that had produced goals against England and Uruguay earlier in the competition, he rolled it outside for Carlos Alberto, the full-back and captain, who charged through the space vacated by Jairzinho to flash a first-time shot into the bottom corner".

Tatticamente quel gol decretò la fine della marcatura ad uomo, all'italiana. Se si guarda l'azione si vede come Facchetti avesse seguito sulla fascia destra Jairzinho, scoprendo il fronte difensivo sinistro. Quando Jair lo saltò convergendo al centro, dalla nostra area uscì il "libero", Cera, per provare a contrarlo, mentre Tostao si portò dietro Rosato sul limite dell'area. Ricevuta la palla da Jair sulla lunetta, Pelé avanzò di un passo verso Burgnich, che fissò la palla in attesa del dribbling. Senza nemmeno guardare, O Rey aprì languidamente verso destra: se si guarda bene fu Tostao a fargli cenno con la mano sinistra che stava irrompendo da dietro Carlos Alberto. Ciò che lascia ancora oggi stupefatti è la precisione geometrica del passaggio che il linguaggio mediatico attuale strombazzerebbe come "no look".

Il capitano del Brasile poté arrivare come un siluro all'impatto perché la difesa degli azzurri era stata "spettinata": Facchetti era in quel momento esattamente sul fronte opposto, nessuno dei centrocampisti, nemmeno il più fresco Juliano (che era entrato da appena 12 minuti), era ripiegato all'inseguimento di Carlos Alberto. Staccandosi precipitosamente dalla marcatura di Tostao provò a immolarsi inutilmente Rosato. Un'odierna difesa a zona a quattro avrebbe impedito un tale svolgimento dell'azione.

Anche per questo, a quel gol siamo un po' tutti affezionati, anche noi italiani deuteragonisti. Perché segnò la fine dell'età dell'innocenza calcistica, come scrive Wilson: "It was exuberant, it was brilliant and it wasn’t just Brazil that reacted with euphoria, but it marked the end of the age of football’s innocence. In club football, in Europe at least, that era had ended much earlier, but in Mexico, the heat and the altitude combined to make pressing or any kind of systematic closing down of opponents impossible. For the last time in major competition, there was space, and Brazil had a team perfectly equipped to make the best use of it. What had appeared, as satellites beamed it in vibrant technicolour around the world, as the beginning of a brave new world, actually sounded the last post for the old one. And there, perhaps, is the final parallel with the moon landing: the illusory nature of the bold future it seemed to herald. Just as there are no human settlements in outer space, so football has found itself restricted by earthly concerns".