FC Bayern München - Manchester United FC

Le finali di UEFA Champions League

26 maggio 1999, Camp Nou, Barcelona
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Il resoconto di Emilio Marrese ("La Repubblica", 27 maggio 1999).

Neanche se uno potesse scegliersela su un catalogo, troverebbe una notte e una vittoria meglio di questa del Camp Nou per entrare nella storia, inventandosi qualcosa di unico e di grande. Il Manchester United ha centrato la tripletta dei sogni nella maniera più incredibile, pazzesca e - per il Bayern - dolorosa: ribaltando cioè una gara sempre subìta e giocata male con due reti al 90' e al 93', due reti venute dalla panchina, cioè da Teddy Sheringham e Ole Gunnar Solskjaer. I tedeschi avevano già la mani sulla Coppa con le orecchie a sventola, che si chiama Champions League ma è sempre la Coppa dei Campioni, si stavano preparando ad un trionfo meritato e invece sono rimasti stesi a terra come manichini rotti, sacchi vuoti a ripensare ai due pali colpiti in contropiede che avrebbero potuto chiudere il match e invece a guardare il Manchester scippare loro un trofeo che gli inglesi inseguivano da 31 anni, da quando i ragazzi di sir Matt Busby, che proprio ieri avrebbe compiuto 90 anni, vinsero la prima e unica Coppa della loro storia, fino a ieri. Era la squadra mitica di Bobby Charlton e George Best, questa di David Beckham qualcosa di mitico e indimenticabile, nella storia di questa competizione, l'ha fatto in quegli ultimi folli tre minuti di partita. Il Bayern era andato in vantaggio dopo appena 5' di gioco con una punizione di SuperMario Basler sulla quale Peter Schmeichel, alla 393esima e ultima partita coi Reds, era rimasto coi piedi incollati alla linea di porta, colpevolmente. Sembrava un errore indelebile e invece al 90' una girata sotto porta del vecchio Sheringham (già decisivo sabato scorso nella conquista della FA Cup) ha dato il pareggio, in un' azione da corner così disperata che in area era arrivato anche il portiere Schmeichel. Pareva già una beffa eccessiva, una bugia troppo grossa e invece finché il calcio sarà capace di escogitare cose simili varrà la pena continuare a stare in 90 mila appesi ad un sogno, dentro uno stadio, o in 200 milioni davanti alla tv. Perché nel terzo minuto di recupero, coi bavaresi ancora sotto choc, lo United ha fatto l'impossibile: altro corner da sinistra di Beckham, colpo di testa di Sheringham e altra girata nell'area piccola, sotto la traversa, stavolta del norvegese Solskjaer. Una roba che la rimonta da 0-2 in casa della Juve al confronto impallidisce. Un'ingiustizia terribile e incantevole, per chi in una notte così non è tedesco. 
Articolo quinto, chi ha i soldi ha vinto. è un vecchio proverbio del pallone che torna in mente dopo aver assistito a quei tre minuti finali che nemmeno Hitchcock. Viene il sospetto che si possa anche comprare la fortuna e magari quotarla in Borsa vedendo come il Manchester, che il magnate Murdoch avrebbe voluto acquistare per 1700 miliardi (ma l'antitrust di Blair gliel' ha impedito), è arrivato ad alzare questa Coppa crudele. Come il Celtic del '67 e l' Ajax del '72 la squadra di Alex Ferguson, l' allenatore europeo più vincente in attività (29 trofei), ha realizzato una tripletta storica che, all'inizio della stagione, i bookmakers davano a 100. Ha portato bene a coach "Fergie" dirigere l'ultimo allenamento con la maglia sdrucita di quel Manchester '68 addosso, vecchio cimelio di tifoso. E dire che la sua impostazione non era stata giusta: l'idea di spostare l'ala sinistra Giggs a destra e mettere Beckham in mezzo, per riempire il buco degli squalificati Keane e Scholes, non aveva funzionato, sebbene lo Spice Boy fosse stato, specie nel primo tempo, uno dei più vivaci tra i suoi. Sbagliata la gara, non i cambi. Negli ultimi 20', inserendo prima Sheringham e poi Solskjaer, il Manchester era tornato vagamente se stesso. Il portiere tedesco Kahn comunque fino all'81' non aveva dovuto parare niente di serio, tanto nera era stata la serata della coppia Yorke-Cole: a quel punto è volato a bloccare un colpo di testa di Solskjaer. I momenti peggiori della ripresa decisamente li aveva trascorsi il suo collega Schmeichel, che è riuscito a spezzare un pallonetto di Effenberg (28') mentre su quello analogo di Scholl è stato salvato dal palo. Al 40' una rovesciata in mezzo all'area di Jancker s'è stampata sulla traversa (40'). La Coppa dei Campioni del Bayern è rimasta appiccicata lì e quella vera, l'ultima del millennio, se n'è andata a Manchester accompagnata da almeno 40 mila inglesi ebbri di gioia e birra. E peggio per quei dieci hooligans che si sono fatti arrestare prima della partita: cosa vi siete persi, poveri fessi.