Olympique de Marseille - AC Milan

Le finali di UEFA Champions League

26 maggio 1993, Olympiastadion, München
Tabellino | Full match: 1° tempo - 2° tempo | Altro * | Highlights

* Registrazione (gratuita) necessaria


- ESPN



Il mito dà l'addio alle armi, di Roberto Beccantini ("La Stampa", 27 maggio 1993)

"Il vecchio Milan s'inchina al Marsiglia e gli lascia, dopo dieci vittorie consecutive, la Coppa dei Campioni. Ha deciso un colpo di testa di Boli. L'atto che si è consumato allo stadio Olimpico di Monaco, in un'orgia di splendido tifo, è importante e significativo. Se il passaggio di consegne ci toglie l'ebbrezza di un altro, memorabile tris, sulla scia dei successi di Parma e Juventus, il risultato segna l'addio alle armi di una squadra che ha saputo essere unica al mondo. Il Milan ha lottato e sprecato. Sullo zero a zero, Massaro, uno che di solito i problemi non li crea ma li risolve, ha sbagliato le occasioni più grosse. Era, però, un Milan sfiorito, molle e inceronato. Con Van Basten a mezzo servizio, Rijkaard irriconoscibile, Gullit in tribuna e lo zoccolo duro della squadra capace di sprigionare soltanto scintille di generosità e non bagliori accecanti. I francesi non hanno rubato nulla, né ci si può aggrappare all'arbitro. Goethals, vecchia volpe, si è confermato la bestia nera di Berlusconi. 
Al Milan del turn over e degli investimenti miliardari non restano, così, che un pugno di invidiabili record e un altro scudetto. Sinceramente, un po' poco. Infortuni, cali di forma e delfini non all'altezza dei capi storici hanno condizionato la primavera del Diavolo. Anche Capello si è smarrito. Si sperava in un'impennata d'orgoglio. Gli schemi ammuffiti sono emersi qui e là soltanto nel primo tempo. Il secondo è stato un monotono sferragliare verso Barthez. L'ingresso di Papin - sempre dalla parte sbagliata, quando c'è di mezzo una Coppa - non ha prodotto il miracolo. Noi, a questo Milan, diciamo grazie lo stesso. Preso per mano da Sacchi e Capello, ha dato spettacolo a lungo. Ancora una volta il Marsiglia l'ha castigato con le sue stesse armi. Si vede che era destino".